Covid 19, i medici e gli infermieri chiedono maggiori tutele alla Asl di Teramo

 

TERAMO – I sindacati del personale medico, infermieristico e sanitario della Asl di Teramo tornano a chiedere tamponi a tappeto sul personale impegnato nell’emergenza, che si tratti di medici ospedalieri o di base, e dispositivi di protezione individuale (Dpi, cioè mascherine, guanti, tute, ecc.) adeguati per svolgere il lavoro in prima linea. 

 

FIMMG. Il segretario provinciale del sindacato, Glauco Appicciafuoco, ha scritto al direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia chiedendo un programma a tappeto di tamponi per rilevare l’eventuale contagio da Covid-19 in tutti i medici di medicina generale e di continuità assistenziale. «Lo scopo è  tutelare sia i medici di base, alcuni dei quali già positivi e in isolamento, sia gli assistiti con i quali vengono a contatto nei casi in cui il triage telefonico non risulti possibile. Un medico portatore sano e asintomatico, infatti, rischia di diventare a sua volta uno strumento di diffusione esponenziale dell’infezione». 

«La Asl – prosegue Appicciafuoco – ha iniziato ad effettuare tamponi preventivi al personale medico dipendente. La Fimmg chiede di inserire al più presto nel programma anche i medici di medicina generale e di continuità assistenziale. La loro tutela è da considerarsi una priorità anche in considerazione della necessità di garantire cure anche agli altri malati, perlopiù cronici, che hanno bisogno di assistenza». 

 

NURSIND. Il segretario del sindacato delle professioni infermieristiche Giuseppe De Zolt, chiede “che siano sottoposti al tampone tutti gli operatori sanitari e non solo coloro che sono stati a contatto diretto con pazienti risultati positivi». Una misura necessaria peri evitare che si debba fronteggiare, in un immediato futuro, un’emergenza legata alla carenza di personale nell’organico aziendale e che gli stessi operatori sanitari possano diventare veicolo dell’infezione. 

Il Nursind chiede inoltre la programmazione di una formazione specifica “del personale infermieristico non attualmente in servizio presso il DEA o le Unità Operative di Malattie Infettive, anche mediante specifico affiancamento, per prevenire future possibili e non sperate situazioni di necessità di ulteriore personale da adibire a tali attività”. 

Il Nursind ricorda che alla Asl di Teramo, in materia di Di, scarseggiano le mascherine FFP3 per assistere i pazienti in terapia intensiva: «Le scorte di FFP3 sono in esaurimento considerando le necessità assistenziali di 118, Pronto Soccorso e per l’esecuzione dei tamponi in ospedale e a domicilio; il personale sanitario è quotidianamente sottoposto a rischio di contagio senza avere nella sua disponibilità i presidi di sicurezza; non c’è una cabina di regia in grado di organizzare le attività in modo omogeneo sui quattro presidi ospedalieri e la comunicazione è carente sotto tutti i punti di vista, sia tra gli operatori che con la stampa; non sono programmate verifiche sullo stato di salute del personale che ha avuto ed ha contatti con i pazienti COVID19, come ad esempio la tracciabilità dei percorsi ospedalieri ed extra-ospedalieri che i pazienti percorrono, per poter procedere prontamente alla verifica del personale venuto in contatto con pazienti poi risultati positivi al Covid-19»

 

CGIL, CISL E UIL. La Triade sindacale, ad un mese dalla prima lettera inviata alla Asl di Teramo, ribadiscono alle autoritàsanitarie la necessità di dotare tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri, ossia, ecc..) dei livelli essenziali di sicurezza per affrontare in prima linea l’emergenza Coronavirus. I segretari Pancrazio Cordone per Fp Cgil, Andrea Salvi per Cisl Fp e Tonino ALfiero Di Giammartino per Uil Fpl, in una nota ribadiscono le necessità garantite dai protocolli nazionali che la Asl di Teramo deve garantire al personale: 

 

  • obbligo di utilizzare una dotazione adeguata di dispositivi di protezione individuale (mascherine monouso, mascherine FFP2 ed FFP3, camici e tute di protezione monouso, visiere ed occhiali protettivi, guanti ecc.) da tutto il personale operante nei servizi di emergenza-urgenza, nei reparti di degenza, negli ambulatori ospedalieri e territoriali (compresi quelli dei medici di medicina generale e della continuità assistenziale) nel rispetto delle prescrizioni di Legge in materia di sicurezza sul lavoro;
  • Sospensione dei ricoveri programmati (ad eccezione di quelli per patologie oncologiche) e sospensione delle attività ambulatoriali non urgenti, in modo da garantire la disponibilità di un congruo numero di posti letto e di personale in previsione del rapido incremento dei ricoveri che l’attuale situazione lascia prevedere, in aderenza a quanto recentemente stabilito dal CREA; 
  • Creazione di una zona filtro dove allocare i pazienti in attesa di definizione diagnostica evitando il rischio di propagazione nei reparti di eventuali contagi;
  • Accelerazione dei tempi di refertazione dei tamponi per il personale sanitario, costretto ad attendere anche per giorni i risultati e che, nel frattempo, deve continuare a prestare il proprio servizio di tutela della salute pubblica, spesso a contatto con l’utenza; 
  • Ricorrere a forme di smart working, come già richiesto con precedente nota, a tutela del personale per il quale risulta adottabile tale forma di flessibilità lavorativa.